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Perché l’Esperienza Utente Dovrebbe Essere Determinata Dai Dati

Danny, in un post pubblicato mercoledì 14 agosto, ci racconta proprio come quello che era iniziato come un aggiornamento semi-regolare del portale (diciamo, una o due volte l’anno) per mantenere un look fresco, oggi è diventato quasi un lavoro di normale routine.

Andiamo a scoprirlo attraverso le sue parole.

Ora, se sono felice per il nuovo design del portale c’è un motivo. Quel motivo è da ricercare nell’analisi delle statistiche del sito. I dati stanno alla base delle recenti modifiche di progettazione, aggiustamenti, e feedback della comunità.

Sì, è vero, anche l’istinto gioca la sua parte, ma quando si tratta di contenuti, di come visualizzarli e rispettarli, ci sono dei validi criteri da osservare. Questi ci vengono forniti dall’analisi dei dati, dai commenti della community e dagli AB testing (consiste nel presentare agli utente due o più versioni di una stessa pagina e misurarne il comportamento).

I Dati sulle Tendenze

Il mondo è in continua evoluzione. Quello che era la moda e le pratiche più efficaci 10 anni fa, ora, non possono più essere utilizzate. Si potrebbe dimezzare questo tempo, cercando di muoversi in un ciclo costate di nuovi trends, metodologie e preferenze.

Questo è particolarmente vero quando si tratta di contenuti.

Se negli ultimi anni abbiamo visto diverse aree di utilizzo dei contenuti cambiare – per esempio la curation (la raccolta, l’ordinamento e la condivisione di materiali individuati online e ritenuti rilevanti per un certo tema), syndication (chi realizza contenuti fa in modo che questi possano essere fruiti non solo sul sito, ma anche attraverso canali diversi), e l’accessibilità – forse il più grande stravolgimento l’abbiamo visto con l’introduzione dei sistemi di navigazione per mobile.

StatisticBrain, in uno studio svolto nel mese di giugno, ci mostra come i consumatori USA reperiscono le informazioni attraverso l’uso dei propri dispositivi mobili:

  • 76% accesso social networks, il 46% attraverso browser mobile invece di app
  • 68% accesso su siti di notizie, il 63% attraverso browser mobile invece di app
  • 56% guarda video, il 58% preferisce la navigazione da browser mobile invece di app
  • 41% legge/accede blogs, il 75% usando un browser mobile invece di app

Il mobile sta rapidamente diventando la modalità di accesso standard per molte delle piattaforme in cui vengono creati e condivisi i contenuti. Se non sei ancora pronto per questo cambiamento, perderai visitatori, lettori, abbonati e clienti.

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Danny ci presenta i dati di BusinessToCommunity. I visitatori che accedono attraverso mobile costituiscono il 27% del suo pubblico. Se il suo sito non fosse progettato per accogliere queste persone, avrebbe una grande fetta di pubblico insoddisfatto (addirittura perso).

Da questo punto di vista, e dai continui progressi nel modo di usufruire i contenuti sul web, l’introduzione del responsive design è stata una vera mano dal cielo.

I Dati di Analytics

Attraverso la comprensione dei dati siamo in grado di prendere decisioni su tutto ciò che ci circonda, specialmente quando si tratta di contenuti, questo è un dato di fatto – o dovrebbe esserlo.

Che tu sia un neo-blogger oppure esperto non importa: osserva e analizza le statistiche di accesso al tuo sito, sempre.

Gli Analtytics sono fondamentali per diversi motivi:

  • Offrono informazioni su come i tuoi contenuti vengono compresi e dove invece sembrano più carenti;
  • Offrono informazioni sui visitatori e sul loro comportamento (punto di accesso, pagine visitate, azioni intraprese, punti di uscita);
  • Offrono un punto di osservazione privilegiato per migliorare la portata del tuo pubblico, l’interazione e la partecipazione (commenti, condivisioni, iscritti, download);
  • Offrono la possibilità di scoprire un nuovo pubblico, sulla base di discussioni esterne (trackbacks, bookmarks, referrals);

In poche parole, senza gli analytics, stai producendo contenuti al buio, sia che si tratti di blog, produzioni video, podcasting, o simili. Non sprecare buone risorse che potrebbero essere utilizzate al meglio altrove.

Danny dalle analisi del primo semestre di quest’anno, è riuscito a capire che:

Se da una parte il traffico era buono, dall’altra le persone non restavano sulla pagina abbastanza a lungo;

Le pagine di ingresso nel sito erano le stesse da cui i visitatori uscivano, le persone non esploravano gli altri contenuti.

La frequenza di rimbalzo (la percentuale di visite al sito che si concludono dopo la visualizzazione di una sola pagina) era tremenda.

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Scavando più a fondo nei dati, soprattutto concentrandoci sulle statistiche evidenziate nell’immagine – Pagine/Visite, Durata media della visita, Bounce Rate – alcune cose diventano chiare.

  • L’incentivo a visitare le altre pagine non era abbastanza rilevante;
  • Alcuni “veicolatori di traffico” non stavano facendo nulla.
  • Il contenuto non invitava a restare a lungo o a partecipare.

Chiaramente le cose dovevano cambiare. Così Danny è intervenuto.

Ha cambiato il precedente menu di navigazione che risultava piuttosto appiccicoso con uno in cui le schede di pagina avrebbero seguito un percorso chiaro e preciso. Questo ha aumentato ulteriormente i click sulla pagina;

Ha smesso di usare Triberr, una comunity di blogger talentuosi e con una grande influenza nel web.

Ha volutamente cambiato la lunghezza dei contenuti, in contrapposizione al metodo standard di 300-600 parole per articolo.

I risultati? Questa è l’analisi di un solo mese. E’ incoraggiante direi.

 

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Come potete vedere, i tre parametri chiave che voleva migliorare sono migliorati:

  • Pagine/Visite è salito da 1,40 a 2,23;
  • Durata media di una visita è salita da 1,09 a 1,37;
  • La Frequenza di rimbalzo è scesa dal 81,45% al 35,68%.

Anche se sono ancora agli inizi i segnali sono molto buoni. Continuando il monitoraggio e analizzando dove i visitatori si aggirano con il loro mouse/tastiera, e quali azioni li incoraggiano a rimanere nella pagina, posso ottimizzare e migliorare ancora di più le mie statistiche.

E Triberr? Mi congratulo con i ragazzi per quello che stanno cercando di fare per i blogger, ma sto trovando – sia io, che altri blogger con cui parlo – che Triberr è rivolto a quelle situazioni con meno traffico. Il numero di tweet può essere alto, ma l’azione desiderata – il traffico verso il blog – non c’è.”

Infatti, Triberr si trovava in #73 posizione per le sorgenti di traffico, aveva portato a Danny solo 9 visite negli ultimi 30 giorni.

Triberr-Google-Analytics

Poi di nuovo, guardando un po’ più a fondo in una delle tribù di cui Danny faceva parte, il livello di traffico fornite da Triberr era molto basso.

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Come si può vedere, l’attività all’interno del gruppo è molto bassa. Sembra quasi che le persone abbiano lasciato, o dimenticato il gruppo, o semplicemente gli sia passata la voglia di condividere.

Guardando sempre Analytics, le visite da Triberr avevano una frequenza di rimbalzo elevata e un basso tempo di durata nel sito, quindi rimuovendo questa opzione abbiamo ottenuto un impatto positivo su queste statistiche. Tuttavia, questa è la mia esperienza, e sono sicuro che Triberr funzioni benissimo in altre situazioni.”

I Dati della comunità

Per qualsiasi creatore di contenuti, ma soprattutto per i blogger, la comunità che ruota intorno al contenuto è estremamente importante per il successo del blog. Senza una comunità, non c’è praticamente niente, tranne per una parte del web che ha un pubblico formato da una persona sola.

Dai lettori abituali ai commentatori occasionali, alle discussioni su Twitter, ai thread di Google+, alla bacheca di Facebook, ecc, una comunità non solo aiuta a promuovere i contenuti, ma migliora la sua creazione e la sua presentazione.

“Questo è stato evidente negli eccellenti feedback e suggerimenti che ho ricevuto quando ho realizzato il mio nuovo progetto la scorsa settimana. Dopo aver finito, ho postato un aggiornamento sui miei social network, chiedendo pensieri, commenti e suggerimenti – e ottenuto ottimi consigli.

Su Google+, Ana Hoffman (marketer e blogger) mi ha suggerito che le dimensioni dei caratteri dei titoli nella versione mobile erano ottime, ma sembravano troppo grandi nella navigazione desktop. Dopo l’analisi, ho provato, e ho portato la dimensione dei pixel di qualche punto in giù. E Ana aveva ragione!

Su Twitter e tramite e-mail, Mila Araujo (social strategist) mi ha dato ottimi consigli su come ordinare la scheda Archivi per argomenti singoli (per migliorare l’accesso ai contenuti), oltre a farmi notare che alcune aree non venivano visualizzate nella versione mobile.

Chiedere e agire di conseguenza, sono gli occhi nuovi della mia comunità che con le loro proposte migliora l’esperienza utente e fornisce una ricca fonte di dati utili a migliorare la presentazione dei contenuti e il loro utilizzo.”

I Dati sono tutto e tutto sono i dati

Come ribadisce Danny, non solo l’istinto gioca un ruolo fondamentale quando si tratta di prendere alcune decisioni. E’ vero.

Alcune delle migliori esperienze della mia vita sono accadute proprio perché ho reagito d’istinto prescindendo dal ragionamento logico. Per i contenuti, o per tutto ciò che ha una qualche forma di inclinazione di marketing, i dati sono tutto.

Utilizzando le statistiche del sito ho avuto accesso al comportamento dei visitatori, alle tendenze in navigazione, ecc… così ho potuto subito vedere quali modifiche era necessarie attuare. Accedendo all’esperienza all’interno della comunità che ruota intorno a questo blog, ho avuto moltissimi spunti su cui basarmi per fare delle scelte.

Per me, questo è un valore inestimabile, e può solo aiutare a crescere, migliorare, e continuare a rendere l’esperienza dell’utente più piacevole.“

Che, alla fine della giornata, è ciò che conta davvero, giusto?

 

Tratto liberamente da Why Our User Experience Should Be Determined by Data 

image: Marketing Charts

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